ISTITUTO ITALIANO FERNANDO SANTI SEDE REGIONALE EMILIA ROMAGNA |
CONSULTA EMIGRAZIONE |
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L’Istituto
Italiano Fernando Santi, unitamente alle sue articolazioni in Italia e
all’estero e alle loro rappresentanze nella Consulte Regionali, ha
posto con forza, nel corso degli ultimi anni, la questione del rapporto
e del collegamento tra le Comunità di italiani residenti all’estero,
l’Associazionismo e gli Organi di rappresentanza, quali i COMITES, il
CGIE e le Consulte Regionali. Il relativo dibattito si è concentrato
sull’esigenza di ripristinare uno stretto collegamento, sia sul piano
degli interessi da rappresentare che su quello organizzativo, tra le
Associazioni nazionali, quelle regionali e quelle degli italiani
all’estero e tra queste e i loro Organi di rappresentanza. Si è
evidenziato che più è debole il rapporto tra l’Associazionismo e i loro
Organi di rappresentanza, tanto più deboli diventano le Associazioni e
gli stessi Organi di rappresentanza istituzionale. L’Assemblea dell’Istituto Italiano Fernando Santi, sabato 12 dicembre 2000 a Roma, a conclusione dei lavori della Prima Conferenza degli Italiani nel Mondo, evidenziava che “pur essendo state poste al centro del dibattito questioni estremamente importanti, quali l'esercizio del voto da parte degli italiani all'estero, sono apparsi assolutamente insufficienti sia i riferimenti relativi al ruolo dell'Associazionismo - che resta il collegamento essenziale delle diverse comunità - che quelli riguardanti il ruolo dei Consultori regionali, dei rappresentanti delle Associazioni, dei Sindacati e dei Patronati, i quali tutti costituiscono realtà fondamentali per raccogliere e valorizzare le significative esperienze sin qui maturate”. E ancora, alla vigilia della I Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE, nel marzo 2002 a Palermo, le più significative associazioni regionali siciliane e quelle di emanazione nazionale, su proposta dell’Istituto Regionale Siciliano Fernando Santi, approvavano un documento nel quale esprimevano “le loro perplessità in ordine: 1.
al mancato collegamento e confronto, nella fase di elaborazione dei
documenti e nei lavori della Conferenza, con le Consulte Regionali
dell'Emigrazione, le quali hanno operato e operano istituzionalmente in
Italia e all'Estero da oltre 40 anni a tutela della popolazione
italiana emigrata nei Paesi europei ed extraeuropei, che rappresentano
ed esprimono concretamente, unitamente alle Associazioni Regionali, la
continuità di presenza e di azione a tutela delle Comunità italiane nel
mondo; A
distanza di oltre un anno, il 19 novembre 2003, il Segretario Generale
del CGIE, Franco Narducci, presentando la relazione all’Assemblea
Plenaria del Consiglio Generale degli Italiani all’Estero, avvertiva
l’Assemblea sulla necessità di avviare una riflessione sul ruolo del
CGIE e “sulle difficoltà deludenti che viviamo da diversi mesi” per
ritardi e disattenzioni delle Istituzioni, evidenziando, altresì, che
il CGIE “deve rivedere criticamente le proprie strategie e propositi”.
Gli obiettivi programmatici posti dalla I Conferenza sono stati poi
disattesi, sia nella fase preparatoria e di elaborazione della II
Conferenza che conseguentemente nel corso dei lavori della II
Conferenza stessa, tenuta nel 2005. Si rende pertanto necessario e urgente assicurare all’Associazionismo una maggiore presenza e partecipazione nell’organizzazione e gestione della Cabina di Regia della Conferenza Stato-Regioni-Province Autonome-CGIE, dei seminari tematici e della prossima III Conferenza del 2008. Nel corso degli ultimi anni un attacco ai poteri riconosciuti all’Associazionismo ed alle Consulte Regionali è stato più volte posto da talune Regioni, attraverso le leggi adottate e, dove ciò non è avvenuto, limitando il funzionamento e l’esercizio del ruolo delle Consulte e dei loro Organi esecutivi, mentre la determinazione delle rappresentanze del nuovo CGIE operata dal Governo nazionale veniva censurata dal TAR Lazio, paralizzandone l’attività. Le Consulte restano comunque oggi il più significativo strumento di azione e di collegamento tra le diverse realtà regionali e le comunità italiane all’estero. La nuova
legge regionale sugli emiliano-romagnoli nel mondo valorizza il ruolo
della Consulta, dell’Associazionismo in Emilia Romagna e all’estero,
degli Enti Locali, delle Istituzioni culturali, segnando una precisa
inversione di tendenza nella legislazione più recente. Spetta alle
rappresentanze della Regione Emilia Romagna, che esprime la Presidenza
della Conferenza Stato-Regioni-PA, farsi carico di sollecitare e
promuovere un percorso che caratterizzi marcatamente questa tendenza,
nelle diverse realtà territoriali, per recuperare il terreno perduto. I
Consultori che si andranno ad insediare a Rimini, nei giorni 2 e 3
febbraio 2007, con la capacità di guida e di impegno del Presidente
Silvia Bartolini, sapranno sviluppare il loro ruolo e porsi
all’avanguardia del dibattito politico, che dovrà segnatamente
riguardare il rapporto tra le comunità italiane, l’Associazionismo e le
rappresentanze parlamentari elette all’estero, le Istituzioni italiane
e gli Organi di rappresentanza degli italiani all’estero, nonché il
nuovo impianto legislativo dei COMITES, del CGIE e delle Consulte
Regionali. Luciano Luciani
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